La Casa del Custode

Al confine orientale del parco, sorge un suggestivo edificio rustico, destinato in origine all'abitazione del custode del complesso Rossi, con annessi gli spazi funzionali alle attività del giardiniere e dell’ortolano. L’abitazione del custode, ispirata agli chalet montani, rispecchia i coevi modelli svizzeri, confermando lo spirito eclettico dell’architetto Antonio Caregaro Negrin, alla ricerca di un linguaggio formale perennemente aperto, a suo dire, a influssi “di tutte le epoche e di tutte le nazioni".
Nella facciata dell’abitazione risalta il particolarissimo intonaco a strisce giallo ocra e rosso ercolano, colori che dominano anche nel prospetto frontale della casa padronale.
Dal punto di vista simbolico, la scelta dello stile montano per la costruzione rustica trova la sua ragione profonda nella dimensione romantica del parco, che accoglie lungo il percorso anche una grotta dei camosci, animali che normalmente dimorano in alta quota.

Oggi la Casa del Custode è uno spazio legato ai temi della sostenibilità e dei beni comuni.
Fin dal suo restauro, concluso nel 2011, Casa del Custode ha ospitato iniziative, convegni e dibattiti sulla sostenibilità ambientale e gli stili di vita virtuosi, come:

Tra le sue mura, inoltre, ospita:

Sono decine le associazioni che ogni anno organizzano, all'interno della Casa del Custode, incontri e assemblee su questi temi.